domenica 17 febbraio 2013

La presunta meritocrazia

Qualche anno fa avevo la stessa banale convinzione di tutti gli studenti liceali, secondo cui studiare all'università sarebbe stato più semplice che farlo a scuola. Al liceo, e nei precedenti anni, ho avuto sempre successo e spesso, per questa ragione, me la sono presa con comoda (tanto c'era sempre qualche docente che pensava bene di me).

Forse oggi sono solo una studentessa discreta; tutte le convinzioni che avevo su me stessa e le mie capacità sono crollate. O forse, semplicemente, è davvero così difficile far capire a chi ti sta davanti, in quei quindici ma eterni minuti, cosa ci sia dietro il tuo studio, quanto amore o odio tu abbia vissuto, quali siano state le difficoltà che hai riscontrato, quali siano stati gli altri impegni che hai dovuto affrontare, quali i problemi.

Quali sono i criteri della meritocrazia? Perché se la passione con cui si studia qualcosa non rientra almeno in uno di questi criteri, credo di trovarmi nel sistema sbagliato.
Io non sono un numero, sono una persona.

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